La mia storia: da muratore a broker di successo
Vuoi qualcosa? La vuoi davvero? Devi guadagnartela, devi sudare e sputare sangue per ottenerla senza aspettarti aiuto da nessuno.
Sono cresciuto seguendo questi princìpi e sono diventato quello che sono oggi: uno stacanovista appassionato che ama il suo lavoro e guadagna molto. Sono positivamente ossessionato dal desiderio di aiutare le persone, creando valore per me e per il prossimo. Ciò mi ha permesso sia di raggiungere un elevato status sociale sia di frequentare quella cerchia di persone che qualche anno fa credevo fosse per me irraggiungibile.
La mia ricerca della felicità: quando ho deciso di cambiare lavoro
Hai presente il film La ricerca della felicità? C’è una scena in cui il protagonista Chris Gardner, impersonato dal mitico Will Smith, si presenta in canottiera e pantaloni sporchi di vernice a un colloquio di lavoro per diventare un broker. Ora, non voglio dilungarmi troppo nel raccontare come Chris si sia trovato in quelle condizioni.
Se hai visto il film lo sai già e se non l’hai fatto, ti consiglio di rimediare. Qui mi interessa richiamare la tua attenzione sul fatto che, grazie alla propria determinazione e intelligenza emotiva, nonché alla capacità di entrare in relazione con gli altri, Chris riesce a convincere il presidente della Dean Witter a concedergli una chance. Chris Inizia così a lavorare da stagista in questa mitica società di brokeraggio e partecipa a un programma di formazione non pagato, al termine del quale sarà assunto solo un partecipante su 20 aspiranti broker. In quei sei lunghi e faticosi mesi Chris sembra avere tutto il mondo contro, ma alla fine vince la sfida.
In questo film trovo molte cose che mi ricordano le mie esperienze. Anch’io, poco prima del colloquio per diventare promotore finanziario, ho indossato abiti da muratore. L’unica differenza è che ero riuscito a indossare un paio di pantaloni e una giacca con cravatta e camicia bianca. Ma anch’io posso dire di non essere proprio “nato con la camicia”. O forse me l’hanno strappata nel momento più delicato della mia vita, l’adolescenza.
Sono nato in una famiglia benestante. Vivevamo in una grande casa e godevamo di molti agi che alcuni miei coetanei non immaginavano neppure. Tutto cambiò quando mia madre decise di divorziare. Improvvisamente io, mia madre e i miei due fratelli maggiori precipitammo dalle stelle alle stalle perché mio padre se ne andò, lasciandoci al nostro destino. Ricordo che non sapevamo come arrivare alla fine del mese e io dovetti crescere in fretta per aiutare mia madre.
Dopo la scuola media ho studiato per diventare disegnatore del Genio civile, diplomandomi in tre anni e scegliendo di svolgere il lavoro nel quale avrei guadagnato di più: non quello che mi appassionava, bensì quello che mi avrebbe permesso di portare a casa più denaro per alleviare le fatiche di mia madre.
Ho iniziato a lavorare come muratore: impastavo il cemento, trasportavo mattoni e sacchi pesanti. Mi sono subito fatto largo in un mondo, quello dei “navigati” operai di cantiere con anni di esperienza sulle spalle, puntando sulla forza fisica e sulla mia capacità di sopportazione molto sviluppata. A un certo punto mi è stato anche assegnato un ruolo di responsabilità, per cui avevo ottimi motivi per camminare orgogliosamente a testa alta, sebbene la sera tornassi a casa stremato per la fatica. Eppure, dentro di me, in fondo al mio cuore, sapevo che quello non sarebbe stato il lavoro della mia vita.
Quando ho accettato la sfida
Sono sempre stato uno stratega con la testa rivolta a ciò che deve essere fatto per ottenere il miglior ritorno possibile. Ho anche fiuto per il business e so come creare intorno a me le condizioni necessarie per poterlo sviluppare. Proprio questo talento mi ha portato a lasciare un posto sicuro e ben retribuito nel settore edile per intraprendere un’avventura rischiosa in un territorio che non conoscevo: quello dell’assicurazione e consulenza finanziaria.
Entrai in quel mondo grazie a un caro vecchio amico di nome Oliver Z., che un giorno mi disse: “C’è un business fantastico che devi assolutamente conoscere!”. Non aggiunse altro per convincermi a partecipare alla presentazione dell’Indipendent Trust of Economy, una piccola società assicurativa che oggi non esiste più.
La presentazione si tenne in un’orrenda camera di un buco d’hotel. A me e agli altri presenti fu detto che avremmo potuto guadagnare bene “semplicemente” vendendo polizze assicurative. Per dire le cose come stavano, in effetti la società cercava quelli che nel nostro settore vengono chiamati “lucida maniglie” per far decollare il proprio business.
Non ci pensai su troppo e accettai la sfida perché non avevo nulla da perdere: avrei potuto continuare a lavorare in cantiere di giorno e vendere le polizze di sera, a partire dalla mia cerchia di amicizie. Con loro ebbi anche un discreto successo. In fondo, ho sempre avuto la capacità di entusiasmare le persone, ma sono diventato consapevole di questo talento solo quando ho intrapreso la professione di consulente finanziario e broker assicurativo.
Questa nuova attività non piaceva a mia madre. Era così preoccupata per il mio futuro che un giorno, dietro il pretesto di accompagnarla in chiesa, trovò il modo per presentarmi a Rudi B., un suo amico che ricopriva il ruolo di dirigente in una nota società assicurativa. Gli raccontò che mi ero messo a vendere polizze e gli chiese di prendermi sotto la sua protezione, perché lei non capiva cosa stessi combinando.
La prova più dura
Rudi B. mi invitò per un colloquio nel suo ufficio, situato in uno stupendo palazzo sulla collina di Lugano, con una vista imperdibile sui monti e sul lago, e alla fine mi convinse a lasciare quella piccola società sconosciuta, dove avevo mosso i primi passi come venditore di polizze, per entrare in uno dei più importanti gruppi assicurativi del settore a livello europeo.
Mi propose un periodo di prova di tre mesi, durante il quale avrei potuto continuare a svolgere il mio vecchio lavoro: di giorno avrei fatto l’aiuto capo cantiere-muratore, la sera il venditore. Era il primo aprile 2001 quando iniziai il mio periodo di prova in Swiss Life Select.
Nella mia vita ho superato diverse prove. Ho corso la maratona di Berlino percorrendo più di 42 chilometri, ho camminato sui carboni ardenti per 12 metri con il grande coach Anthony Robbins, sono stato in un campo di sopravvivenza in cui mi sono catapultato in un ambiente ostile, affrontando sfide fisiche e mentali in situazioni estreme, senza acqua e senza cibo per imparare a sviluppare l’attenzione necessaria sugli aspetti che guidano le persone di successo. Devo però dire che nessuna di queste sfide è paragonabile ai primi tre mesi in Swiss Life Select. La cosa più difficile non era tanto vendere polizze o parlare con le persone, quanto rimanere fedele a me stesso, ai miei valori e alle mie convinzioni in un contesto nel quale nessuno credeva nelle mie possibilità di avere successo e tutti mi remavano contro.
Autore, attore e regista della mia vita
“Ma chi te lo fa fare di lasciare un posto dove guadagni 5.000 franchi al mese per un posto che non ti dà certezze?”.
“I consulenti finanziari sono tutti degli imbroglioni”.
Per chiunque (mia madre, gli amici, i parenti) ero destinato a fare carriera nel settore edile, ma io non pensavo lo stesso. Volevo emergere, volevo diventare qualcuno e sentivo che quella nuova via mi avrebbe permesso di realizzare i miei sogni. Non volevo avere nessun rimpianto, volevo dimostrare prima a me stesso e poi a tutti gli altri che potevo farcela. Ho sempre voluto essere l’autore, l’attore principale e il regista della mia vita.
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