Raffaele Tovazzi è il primo filosofo esecutivo in Italia. Un Filosofo Esecutivo – spiega Raffaele – è un professionista che affianca manager ed imprenditori nel complesso passaggio dal pensiero all’azione, attraverso gli strumenti di comunicazione.
È stato definito da Ferrero “uno dei migliori esperti di comunicazione, un’intelligenza cosmopolita che porta il modus operandi dal sapore italiano nel mondo”.
Nel 2013 ha condotto a Shanghai la prima e più importante ricerca sulle Human Resources italiane in Cina, un progetto che l’ha portato a confrontarsi con aziende come Ferrari, Maserati, Technogym, Pininfarina, Marcegaglia, Unicredit e tante altre aziende di primissimo piano del Made in Italy.
Come nasce l’idea di presentarti come filosofo esecutivo?
Il titolo di Filosofo esecutivo racconta la sua storia di un ragazzo che pensava di non poter conciliare le sue due grandi passioni per la filosofia e l’impresa.
Io credo che ciò sia dipeso dal fraintendimento causato dalla scuola e dal mondo accademico trincerato in torri d’avorio separate da chi muove il PIL. Ci hanno fatto credere che il pensiero sia da una parte e l’azione dall’altra. Ma non è così.
Se intervisti eccellenze nei campi della vendita e dell’impresa in senso relativo sono diversi, ma in senso assoluto sono tutti filosofi perché sono individui che si sono innamorati di un’idea e poi si sono “fatti un culo” per realizzarla.
Quando ho capito che la dimensione del pensiero e dell’impresa potevano e, anzi, dovevano unirsi e che fare impresa è mettere il pensiero in azione ho scritto una tesi sperimentale dal titolo Filosofia esecutiva. Ho studiato la dimensione del pensiero e ho sperimentato i mezzi in cui il pensiero può essere declinato in azione.
Lo sbocco naturale è stato quello di fare il consulente di comunicazione e marketing per imprese e persone che volevano trasferire il proprio modello individuale di business sul mercato. In fondo una trattativa non è altro che un incontro tra persone che hanno un pensiero. La sintesi è la traduzione di quell’incontro di pensieri in azione.
Il filosofo ama osservare le persone e dal loro comportamento coglie le tendenze. Anche per questo ho deciso di trasferirmi a Londra. Perché non è propriamente una città inglese, ma internazionale. È un luogo strategico che mi permette di vedere dove sarà il mondo in un futuro prossimo (tra 6 mesi) o più lontano (3 anni). Da qui ho l’opportunità di intercettare tendenze di comunicazione che suggerisco a clienti prima che le scoprano i concorrenti.
Tre anni fa, ad esempio, ho osservato un cambio comportamentale in metropolitana e ho anticipato la tendenza dei podcast.
Ho sperimentato il podcasting su Patrion, realizzando 1 podcast al giorno. Poi ho aperto un’azienda che faceva solo podcast e portato il podcasting in Italia, creando palinsesti di podcasting per grandi brand, banche, gruppi assicurativi.
Puoi mandare la brochure o fissare un appuntamento con un cliente, ma se fai podcasting crei un espediente per educare il cliente, puoi fare cultura, ingaggiare, creare una relazione e ottimizzare il tempo di vendita. La comunicazione è uno strumento di modificazione comportamentale.
Il più grande nemico della comunicazione è il “secondo me”. Ma il “secondo me” non esiste.
C’è l’idea che produce utile o no, sposta soldi o no. Se non interessa a nessuno e nessuno è disposto a spendere dei soldi, l’idea non ha valore. È sempre una questione di modificazione comportamentale.
Qual è la migliore qualità che ti riconosci?
La capacità di ossessionarmi delle cose, rendendole temporaneamente il centro della mia vita.
Credo nel multitasking, ma se una persona ha contemporaneamente più interessi non raggiunge l’eccellenza.
Mi impongo per periodi predeterminati di approfondire un tema anche molto specifico.
Il presidente di un’assicurazione dopo un evento ha detto che ha imparato molto da me, non solo da come ho condotto l’evento, ma soprattutto da come l’ho organizzato, curando ogni minimo dettaglio (ecco il risultato della mia ossessione), dalle ore che ho impiegato per incontrare tutte le persone coinvolte: dai manager ai tecnici del suono. All’inizio temeva di aver speso troppo, ma alla fine si è reso conto di aver speso poco.
Cosa ti motiva ad agire quotidianamente?
Creare qualcosa che prima non esisteva: questa è la mia benzina, quasi una droga che uso per risollevarmi anche nei momenti di down.
Creare una cosa mi fa stare così bene e quindi faccio meglio quello che faccio.
Quali valori ti riconoscono gli altri?
La creatività, ma credo che le prime risposte che darebbe chi mi conosce siano: generosità e coraggio. Alcuni mi considerano anche incosciente perché quando arrivo all’apice di un determinato settore distruggo tutto per cambiare e creare qualcosa di nuovo. È successo, ad esempio, con la PNL. Per un po’ è stata la mia ossessione. Sono diventato un trainer. Ho scritto anche un libro molto letto. Poi ho cambiato strada.
Ma il cambiamento per me non è mai un salto nel vuoto. Ho comunque la coscienza di cambiare per restare me stesso.
Come conquisti la fiducia?
Dicendo quello che penso anche quando non è conveniente. All’inizio della carriera puoi cedere alla lusinga di dire quello che vuole sentirsi dire cliente per chiudere un contratto. È stato così anche per me, ma quando ho iniziato a consolidare la mia sicurezza economica ho espresso con più libertà questa cosa che già mi apparteneva.
Mi accade di rifiutare proposte di lavoro che non fanno per me o sono contro i miei valori. In questi casi rispetto e motivo sempre il mio rifiuto. Quando dici no a certe cose in modo motivato ti crei la reputazione di chi dice sì solo a cose in cui crede.
E poi bisogna calibrare l’interlocutore e non mettere in bocca più di quanto non possa masticare.
Quando proponi qualcosa di innovativo la gente si può spaventare. Quindi devi metterti al loro livello e spiegare in modo semplice per accompagnarla un passo alla volta fino a quella realtà che tu già vedi.
Cosa fai per stupire il cliente e ottenere l’effetto wow?
Io sono l’effetto wow!
Tu sei l’effetto wow!
La verità è che domani potresti mettere la maglia di un’altra azienda e la gente comprerebbe comunque da te. Oggi si compra la personalità di chi vende.
Ho dei clienti che in passato hanno frequentato i miei corsi di PNL, poi mi hanno chiesto di fare un percorso di coaching e poi mi hanno commissionato la pubblicità di un prodotto e chiesto di presentare un evento… Tutto questo perché si sono innamorati del mio modo di narrare.
Quali sono i consigli per mantenere fiducia nel tempo?
Per mantenere la fiducia dei clienti nel tempo devi fare del continuo miglioramento di te la tua filosofia di vita.
Il modo migliore per restare sulla cresta dell’onda è studiare, affrontare anche percorsi diversi.
Se ogni anno racconti stessa storia diventi noioso. Se racconti storie diverse diventi un pusher senza effetti collaterali.
Vivi di passaparola? Se sì cosa fai di particolare per alimentarla?
Con il passaparola ho un rapporto conflittuale.
Gli addetti a lavori parlano molto bene di me. RTL, Radio 105, Sky… qui ho referenze solide. Ma in campo imprenditoriale non vivo di passaparola perché la maggior parte dei clienti vogliono tenermi per sé. Le Banche, ad esempio, temono la fuga di notizie. Ciò che funziona, in questi casi, è più il passaparola al famigliare o all’amico che lavora in un settore diverso.
Chi non fa passaparola e vuol tenere un servizio-professionista solo per sé ha una visione miope del mondo, non considera quanta ricchezza c’è nel mondo.
Dobbiamo partire da questa considerazione e più che chiederci cosa ci possiamo guadagnare dobbiamo chiederci cosa ci viene spontaneo fare. Quando una cosa mi piace tanto e mi entusiasma non posso fare a meno di consigliarla anche se non ci guadagno.
È ciò che intendo quando parlo di moneta sociale: non dico che con il passaparola guadagni dei soldi ma dei punti che chiamo “moneta sociale”. Succede ogni volta che faccio qualcosa di positivo per gli altri. Il valore che crei non è quantificabile, ma più ne crei e più il mondo intorno a te risponde in modo positivo.
Nel mondo nulla si crea e nulla si distrugge e il mondo funziona per compensazioni.
Nel momento in cui ti consiglio una cosa per eccesso di entusiasmo e tu acquisti, l’ecosistema in cui siamo inseriti si arricchisce di un altro elemento di qualità.
Ci sono elementi del sistema che mangiano energia ed elementi che arricchiscono il sistema.
La Cabala, la filosofia che ha dato vita a cultura ebraica, dice che quando tu credi di essere causa di tutte le cose diventi causa di tutte le cose. Ogni cosa che doni torna indietro e più tempo ci mette per tornare, maggiori saranno gli interessi che avrai maturato.
L’ebreo fa la decima, ovvero dona un decimo di ciò che ha guadagnato in forma anonima perché se dice di aver fatto beneficienza e la gente lo approva l’universo gli ha già restituito ciò che ha donato con l’approvazione sociale. Quindi dona in forma anonima per creare uno compenso che Dio compenserà.
Se pensi che Dio ti deve ricompensare viaggerai per mondo con attenzione per cogliere un business e lo coglierai perché lo vedrai come ricompensa.
C’è una ricetta per il successo?
Erik Hoffer all’inizio degli anni 80 disse: “In un mondo in continuo cambiamento coloro che non sono stanchi di imparare erediteranno la terra, mentre quelli che si ritengono già istruiti si troveranno formati per un mondo che non esiste più.”
Quali consigli daresti ai tuoi figli se decidessero di fare il tuo lavoro?
1 Non fatelo per ricercare la mia approvazione.
Io ho fatto quello che ho fatto contro l’approvazione.
Desidero che i miei figli siano felici e chi riesce a trovare affermazione della propria unicità nel lavoro è felice.
2 Abbi il coraggio di trasgredire quello che credevi vero.
3 Impara tutto quello che puoi, sperimenta e conserva sempre il dubbio di non averci capito nulla.
Tenere la mente aperta significa tenerla aperta alle opportunità.
4 Poniti obiettivi ma goditi il processo.
Il senso dell’adagio “di doman non c’è certezza” è che se non ami il percorso non amerai l’obiettivo che avrai raggiunto.
Ti piace quello che stai facendo? Allora sei una persona di successo
La qualità della vita è direttamente proporzionale a qualità di domande che ti poni.
A volte dobbiamo fermare il tempo e fa dire : perché lo sto facendo?
Non c’è nessuna cosa senza un perché.
Qual è il tuo perché? Cosa ti spinge ad agire? Qual è la tua motiv-azione?
Se non ci chiediamo questo rischiamo di stare sulle spalle di un gigante d’argilla.
Con quali qualità ti piacerebbe essere ricordato?
Un aggettivo che ricorre spesso è scomodo e poi geniale.
Perché racconto cose che sono così diverse dal solito che le persone dicono: “Wow non l’avevo mai vista così!” E alla fine guadagnano di più di quanto si aspettavano.
Ma in realtà non c’è genialità né magia in tutto questo. C’è metodo, ossessione e generosità di condividere idee che non ci appartengono.
Noi siamo solo un tramite per la materializzazione di idee che non ci appartengono.
L’idea valorizza l’antenna che più si dimostra generosa nel condividerla con il mondo.
La cosa peggiore che puoi fare quando hai intuizione è tenertela per te. La cosa migliore è parlarne, contaminarla, generare prototipi che quando vengono accolti dal mercato diventano stetreotipi.
Pietro Nenni diceva che le idee camminano con gambe degli uomini
Noi siamo idee. Non possediamo le idee.
Quanto più condividi le idee, tanto più il mondo ti ricompensa.
Hai un sogno da realizzare?
Ho la “sfortuna” di aver realizzato tutti i sogni che avevo da bambino.
Oggi posso dirti che mi piacerebbe esportare un talk show in una grande radio italiana.
Ho sempre amato la radio. Penso sia la figlia eletta della letteratura. Per questo voglio creare un grande talk show dove posso dare voce a chi non ha voce e raccontare la sua storia.
Le storie sono in grado di ispirare.
Cito dal Pianista sull’oceano: “Non sei mai fregato quando hai una storia di raccontare e una persona a cui raccontare”.