La moneta sociale è una metafora che ho creato per far comprendere meglio i vantaggi della sponsorizzazione soprattutto a chi ha paura di fare passaparola in modo attivo.
Superare la paura del passaparola attivo con una metafora
Ho già parlato della paura del passaparola attivo in un altro articolo perché è uno scoglio importante per attivare il moto perpetuo di nuovi contatti che si trasformeranno in clienti.
Ho capito che per superare questa paura le argomentazioni razionali non bastano e neppure il racconto delle mie esperienze personali. Per questo ho deciso di usare uno strumento efficace come la metafora che si rivolge sia alla parte razionale, che alla parte emotiva.
Se cerchi il significato e l’etimologia della parola metafora puoi trovarlo sul sito Unaparolaalgiorno.
Le metafore sono particolarmente utili quando non devi solo spiegare qualcosa ma devi superare delle resistenze emotive come quelle prodotte dall’idea del passaparola. La paura crea un’interferenza che impedisce alle persone di sentirsi ok quando sponsorizzano.
Il mio obiettivo è individuare queste interferenze e mettere i clienti (oltre che i colleghi) nelle condizioni di sentirsi bene a fare il passaparola, di sentirsi adeguate, motivate e di avere delle conferme positive. Chi sponsorizza deve essere il “figo” della situazione, e deve ricevere conferme di aver fatto la cosa giusta da più parti, da me, dall’amico, dalla cerchia di amici, dal mondo che lo circonda, da madre natura.
Ecco perché uso la metafora della moneta sociale.
La metafora del conto corrente emozionale di Stephen Covey
Nelle sette regole del successo Stephen Covey usa una metafora molto efficace: quella del conto corrente emozionale. Quando entriamo in relazione con una persona apriamo un conto corrente emozionale. Quando la ascoltiamo, la aiutiamo, le diamo importanza facciamo dei versamenti sul suo conto corrente emozionale; quando le chiediamo aiuto o la trattiamo male facciamo dei prelievi. Come nel caso dei conti correnti veri anche in quello emozionale dobbiamo stare bene attenti a non andare in rosso. Perché altrimenti rischiamo la chiusura del conto e quindi della relazione.
La metafora di Stephen Covey è molto efficace ed ha effetto sulle persone coinvolte nella relazione.
La portata della moneta sociale
La mia metafora della moneta sociale ha un’estensione maggiore di quella del conto corrente emozionale perché ogni volta che faccio qualcosa di positivo per gli altri, ogni volta che aiuto una persona io guadagno dei punti non solo nella relazione con quella persona ma in generale. Posso aiutare la vecchietta ad attraversare la strada in una città del mondo che non visiterò mai più come posso adoperarmi con impegno e dedizione nel mio fatturato annuale, aiutando i miei clienti, oppure posso fare donazioni importanti a fondazioni in anonimato, senza dirlo a nessuno.
Tutto questo torna indietro in varie forme e misure nel tempo. Te lo garantisco.
La moneta sociale non è tangibile ma la percepiamo.
Il valore che crei non è quantificabile, ma più ne crei e più il mondo intorno a te risponde in modo positivo.
Più spendi la tua moneta sociale più gli altri lo faranno per te. Più sponsorizzi persone di valore e più verrai sponsorizzato da persone di valore.
Il filosofo Raffaele Tovazzi mi ha detto che alcuni suoi clienti non lo sponsorizzano perché hanno paura di perdere l’esclusiva e hanno un atteggiamento egoistico e ha aggiunto: “Chi non fa passaparola e vuol tenere un servizio- professionista solo per sé ha una visione miope del mondo, non considera quanta ricchezza c’è nel mondo.”
Raffaele Tovazzi mi ha spiegato il valore della moneta sociale citando i principi della Cabala Ebraica. Qui puoi trovare l’intervista con Raffaele Tovazzi.
Perché sponsorizzare un’altra persona: più spendi la moneta sociale e più guadagni
Certo non è necessario essere dei filosofi per capire che più diamo valore agli altri e più aumentiamo il nostro valore. Ed è proprio quello che succede quando sponsorizzi una persona. Tu dai valore a due persone: alla persona che segnali e a quella a cui la segnali. E, di conseguenza, anche tu aumenti il tuo valore agli occhi delle due persone che hai fatto incontrare perché le hai aiutate a trovare un nuovo cliente da una parte e risolvere un problema o raggiungere un obiettivo dall’altro.
Tu stesso diventi più consapevole del tuo valore e questo ha un effetto straordinario a lungo termine.
Ecco perché ogni volta che incontro un potenziale cliente chiedo di chiamare l’amico o conoscente che mi ha sponsorizzato per ringraziarlo. Perché in questo modo il cliente che mi ha sponsorizzato capisce di aver guadagnato una moneta sociale.
Nella testa di quella persona sponsorizzata ci sarà un’associazione positiva che lo porterà in futuro a sponsorizzarmi nuovamente e l’emozione positiva che provo mi permetterà di rivivere quell’esperienza con una visualizzazione positiva in una proiezione nel futuro. Si innesca così il ciclo della gratitudine.
Il potere della gratitudine nel passaparola
Molti sottovalutano il potere della gratitudine. Quando diciamo o sentiamo la parola “grazie” proviamo e trasmettiamo emozioni positive che ci permettono di attingere a risorse che magari non pensavamo neppure di avere.
Quindi lavora sempre sotto la sana pressione di fare del bene perché le persone te lo riconosceranno. Questo è il presupposto per poter attuare il processo del passaparola che ti ho descritto finora senza paure con la giusta convinzione e con entusiasmo.
L’ingegner Mario Almondo mi ha detto che considera la generosità una forma estrema di egoismo perché: “Se uno si comporta in modo generoso e mette impegno, desiderio di sacrificio nelle cose che fa, alla fine vedrà che il proprio comportamento lo porterà ad avere un credito.”
La telefonata di ringraziamento è uno dei passi fondamentali del mio metodo per il passaparola attivo che ho illustrato nel libro l’Alchimia del passaparola. Se vuoi partecipare ai miei workshop dove illustro il mio metodo entra in contatto con me.